Società Ginnastica Pavese
Tutti
sappiamo cosa significa società, così come, ovviamente, conosciamo la
ragione di pavese, ma non vi siete mai chiesti cosa vuol dire, cos’è e
il perché di ginnastica?
L’illuminato e pavesissimo compianto Gianni Brera, nella sua
prefazione al volume del centenario, scriveva:
"La ginnastica è come l’arte del fabbro. La materia differisce solo
per via del sangue che la anima. Il metallo è inerte: vivrà domani,
plasmato in utensile d’uso quotidiano e perché possa vivere dovrai
farlo anche parte di te stesso; ma il corpo umano è una realtà che
evolve, purtroppo, nel tempo, e plasmarlo è più difficile che non
sembri. Una macerazione continua, un esorcismo feroce. Il gesto si
nobilita via via di movenze coordinate, sincroniche, belle. Tu con la
ginnastica, fai obbediente la prigione della tua anima ed io,
estasiato, ne godo."
Ecco perché questa società che propriamente si chiama ginnastica e che
da tanti anni forgia i ragazzi, rendendoli padroni di se stessi, per
farli diventare uomini sani e buoni cittadini, può festeggiare oggi,
con legittimo orgoglio i suoi 120 anni di vita.
La forza e la vitalità di una qualsiasi società sportiva, club,
associazione od altro, sono rappresentate da alcuni elementi
indispensabili:
Dirigenti seri e preparati
Spirito d’aggregazione
Risultati sportivi
Senza questi ingredienti, nessuna società sportiva può durare a lungo.
La Ginnastica Pavese può dirsi ben fiera di aver sempre ottemperato a
questo paradigma, infatti, i suoi 120 anni lo dimostrano.
Dirigenti seri e preparati: non vorrei
sembrare retorico o incensatore, affermando che i 15 presidenti che si
sono succeduti nel tempo alla guida della società, hanno lasciato
un’eredità di tutto rispetto, un’eredità che l’attuale presidente, il
comm. Grassani non solo ha saputo ben amministrare, ma nei suoi 54
anni di conduzione ha incrementato, evolvendosi con l’evoluzione dei
tempi superando difficoltà difficilmente immaginabili.
La crisi provocata, dieci anni fa, dalla presunta instabilità della
torre di S. Dalmazio, con conseguente abbandono della sede storica per
ben sei anni, è stata superata solo grazie all’abnegazione, allo
spirito di sacrificio, alla volontà caparbia ed anche al concorso
economico di Grassani e dei suoi collaboratori. Si potrebbe affermare
che la società Ginnastica Pavese è rinata il 7 ottobre 1995 quando è
potuta tornare alla Palestra Civica. Quel giorno la società è rinata
con lo stesso entusiasmo, pur velato da mille preoccupazioni, che nel
1879 aveva spinto Varasi, Citterio, Rizzo e Calcagni a creare a Pavia
una società sportiva per e attività motorie sulla terraferma, dopo che
tre anni prima n’era stata fondata una fluviale, che aveva ed ha
tuttora finalità remiere: la Canottieri Ticino.
Colgo l’occasione per rivolgere un caloroso saluto alle altre società
sportive ultracentenarie, della provincia, mi riferisco appunto alla
Canottieri Ticino ed alla Costanza di Mortara.
Non credo sia necessario aggiungere altri particolari relativi ai
dirigenti, se non il merito, ancora una volta di Grassani, di essersi
saputo attorniare da dirigenti altrettanto validi, collaboratori
fattivi, e tecnici qualificati, che hanno svolto e svolgono il loro
compito non solo professionalmente, ma anche con lo spirito del
volontariato e dalla passione.
Spirito d’aggregazione: la Società
Ginnastica Pavese nacque, precorritrice delle attuali polisportive,
con il nome di ginnastica perché allora, impropriamente, si usava
questo termine per comprendere anche altre discipline sportive.
Praticamente si considerava il termine ginnastica come sinonimo di
sport, essendo questa parola non ancora sufficientemente in uso.
Lo sport, infatti, nella sua accezione moderna, nasce in Inghilterra
alla fine del XVIII secolo, ma iniziò realmente la sua diffusione solo
nel 1857 grazie a Thomas Hugues, autore del trattato “I giorni di
scuola di Tom Brown” dal quale prese spunto De Coubertin per creare le
Olimpiadi moderne. Va, a tal proposito e per la verità storica,
ricordato che Hugues fu allievo prediletto del grande educatore Thomas
Arnold, rettore fino al 1842 dell’Università di Rugby, ove mosse i
primi passi il gioco che da quell’Università prese proprio il nome:
Rugby.
Nessuno, nel lontano 1879, poteva supporre che la scelta di chiamare
Ginnastica la società, risultasse così appropriata, tracciando
la rotta da seguire, infatti, in seguito, come tutti sappiamo, proprio
con la ginnastica moderna, unitamente alla lotta greco romana e la
pesistica, si è sviluppata la Pavese.
Ginnastica moderna nata solo una trentina d’anni prima in Germania ed
in Svezia con Janh, Muhts, Ling e successivamente introdotta in Italia
da Baumann.
Quello che contava allora, non era tanto la specialità sportiva,
quanto il riuscire ad aggregare tanti giovani o meno giovani uniti
dallo stesso ideale che oggi definiamo sportivo.
Quest’aggregazione, fortunatamente, non è mai venuta meno ed ancora
oggi si può verificare nel rapporto esistente non solo fra i
frequentatori della palestra, ma anche con le famiglie e mi permetto
di affermare che in un momento di particolare difficoltà non solo
sociale, il trovare un luogo dove oltre alla cura del corpo si curano
anche i rapporti umani, non è cosa facile.
La Società Ginnastica Pavese, anche in questo, ha dato e
continua a dare un esempio a tutta la cittadinanza ed a quegli
operatori che dedicano la loro attività al lucro e purtroppo, talvolta,
anche al mercimonio. E’ difficile, per non dire impossibile, curare
con entusiasmo, passione ed oso dire con amore, la crescita corporea
di un bambino e la sua attività motoria, quando il primo pensiero è
rivolto al guadagno.
Oggi sia per i più piccoli che per quelli più grandicelli, fino ad
arrivare agli adolescenti, non è possibile trovare facilmente dei
luoghi dove poter socializzare civilmente, educatamente, correttamente,
tenendo presente che nel mondo attuale, finalmente, anche i più
illustri pedagogisti hanno riconosciuto che l’educazione globale del
fanciullo deve comprendere anche una corretta attività motoria.
Fortunatamente esistono anche realtà positive come questa meritoria
istituzione pavese.
Risultati sportivi: è l’elemento che mi
mette in maggior difficoltà, in quanto il numero dei successi ottenuti
negli anni dalla “Pavese” è veramente notevole e solo elencando i più
importanti occorrerebbero ore di lettura.
Sarebbe inoltre difficile valutare i più importanti, perché nel
concetto formativo che la società continua saggiamente ad interpretare,
un titolo nazionale vale quanto il successo individuale del bambino
che, dopo tante prove, per la prima volta da solo, è riuscito ad
eseguire perfettamente una semplice capriola.
Questa è l’etica di una vera e seria società sportiva; ma se l’etica è
fondamentale, altrettanto fondamentale è l’ottenimento dei risultati
dei propri atleti.
La “ Ginnastica Pavese”, nella sua storia, può dirsi ben fiera degli
allori conseguiti, oggi come ieri. Dal mitico Enrico Scuri, al
campione europeo Attilio Bescapè, dalla storica medaglia d’argento
alle olimpiadi di Amsterdam nel 1928, conquistata dalle “pavesine”,
come furono definite dalla Gazzetta dello Sport, le undici ragazzine
della Pavese dirette dal “guru” della ginnastica prof. Grevi,
all’attuale punta di diamante della ritmica italiana Valentina
Riccardi, ai giovani della pesistica, si potrebbero citare, oltre ai
52 titoli italiani conquistati, una quantità innumerevole di campioni
e relative vittorie nella ginnastica maschile e femminile, nella lotta
greco romana e nel sollevamento pesi; non dimenticando, agli albori
della società, nel ciclismo, tiro a segno, scherma ed anche nella
pallacanestro e l’atletica leggera.
Difficilmente una società può contare su una messe di risultati di tal
entità; l’assegnazione da parte del Coni della stella d’oro al
merito sportivo, ha testimoniato e ricompensato, solo in piccola
parte, il gran lavoro svolto.
La medaglia d’oro di pubblica benemerenza, concessa dal Comune di
Pavia nel 1962, a conclusione di un anno veramente particolare,
nel quale sono stati organizzati anche i Campionati Italiani Assoluti
di Ginnastica Artistica maschile, ha riassunto nella sua motivazione i
valori reale della Società Ginnastica Pavese:
“sodalizio benemerito della formazione fisica spirituale della
gioventù”.
D’altra parte Pavia aveva avuto modo d’essere grata alla Ginnastica
Pavese anche molti anni prima, nel corso della prima guerra mondiale,
quando la “Pavese” interpretando civilmente il sentimento popolare del
momento, si adoperò per costituire una sezione di pronto soccorso per
il trasporto dei militari feriti al fronte, negli ospedali cittadini.
Fra le molteplici attività svolte dalla Pavese ha particolare rilievo
quell’organizzativa. Dal 1921 anno di svolgimento del 1°concorso
internazionale di ginnastica, disputato nello stadio di S. Giuseppe e
definito allora “concorso modello”, allo scorso mese di settembre, con
l’ottima organizzazione del triangolare di ritmica Italia – Russia –
Bielorussia, la Pavese ha dimostrato, anche in questo campo, le
proprie capacità. Fra queste due manifestazioni tante altre a livello
nazionale ed internazionale delle varie specialità. Gli sportivi
pavesi hanno potuto così ammirare le più forti ginnaste del mondo, i
migliori ginnasti, i più famosi lottatori ed eccellenti pesisti che
hanno calcato le pedane pavesi grazie allo sforzo organizzativo di
questa società.
Fatti ed aneddoti hanno logicamente riempito i molti anni di storia
della “Pavese”, ma di là da questi episodi è bello ricordare che dopo
120 anni di vita, ed esattamente a 99 anni dall’inaugurazione della
sede storica di Via Luigi Porta, la Ginnastica Pavese è ancora in
quella sede, sotto la torre di S.Dalmazio e la dirimpettaia torre del
Belcredi, che con i suoi 60 metri è la più alta fra le torri ancora
intatte a Pavia e rappresenta metaforicamente la grandezza e la
vetustà della Pavese stessa. Proprio sotto le due torri, fonti di
preoccupazione nel passato ed espressione di ritrovata vigoria nel
presente, la Pavese trova negli atleti attuali, la linfa vitale che
gli permette di guardare al futuro con rinnovato entusiasmo e tanta
voglia di far bene, come ha sempre fatto.
Mino Milani ha espresso, assieme alla sua
grande stima per la Pavese, il rammarico di non averne mai fatto parte
e per questo si sente un po’ meno “pavesissimo”, io mi permetto, non
di contraddirlo, ma almeno in parte integrarlo, perché anche se non ha
mai fatto parte fisicamente della società, come altri pavesi doc, è la
Pavese che essendo parte integrante del tessuto connettivo di questa
vituperata, ma tanto amata città ha permesso, con la sua serietà, la
sua tradizione, il suo impegno sociale, le sue vittorie ed i suoi
trionfi, a tutti noi pavesi di sentirci idealmente e moralmente “pavesissimi”.
A tal proposito e pertanto non a caso, concludo questo mio intervento
citando nuovamente Gianni Brera che nel 1979, in occasione del
centenario, scriveva: la storia di Pavia ha almeno tre millenni, ma
il secolo di vita della Società Ginnastica Pavese riassume civilmente
un’era della quale in tutta onestà e senza alcuna iattanza ci possiamo
dire onorati. Personalmente, molto modestamente, aggiungo che, anche
negli ultimi vent’anni, la storia della Pavese è proseguita sulla
stessa strada contrassegnata da pietre miliari di lavoro e successi,
con lo stesso spirito, la stessa tenacia, e quell’identica grinta che
l’ha sempre contraddistinta, cosi da permettere ai pavesi di
continuare ad esserne onorati.
Pavia tutta, dalle istituzioni al semplice cittadino, deve
ringraziare la Società Ginnastica Pavese, per quello che ha
fatto in questi primi 120 anni di attività, ed il
ringraziamento migliore e doveroso è solo uno: sorreggerla ed aiutarla
a continuare il suo radioso cammino.
Distinti saluti
Siro Pietro Quaroni |