Torino

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Alla ritmica della Ginnastica Pavese, era necessaria un’impresa per sfuggire la retrocessione dalla massima serie: e si parla di “impresa” e non di miracolo, perche’ I miracoli sono l’ultimo appiglio dei disperati, mentre le imprese sono patrimonio dei grandi. In quel di Torino, nella cornice del PalaRuffini, purtroppo l’impresa e’ venuta solo per meta’, in questa quarta e ultima prova del campionato di A1, a detta di tutti il “piu’ bel campionato per club del mondo” visto il valore delle partecipanti. Ma andiamo con ordine, per raccontare questa competizione, che ha regalato emozioni al cardiopalma e dove le “farfalle biancazzurre” hanno lasciato la pedana con la consapevolezza di essere “grandi”, comunque sia andata.
Lo staff tecnico biancazzurro deve recuperare 8 punti su Como, e si affida in questa rincorsa alle due veterane Paola Franzini e Margherita Zucca, chiamate in pedana In due attrezzi ciascuna, alla giovanissima Ilaria Cammarata e all’israeliana Neta Rivkin. Come per il resto del campionato, quella che conta e’ la classifica parziale di ogni singola rotazione, per le quali vengono assegnati punti speciali a comporre poi la graduatoria. Pertanto, ogni attrezzo diventa una finale contro le comensi, sperando anche – laddove inferiori – le avversarie non traggano troppo vantaggio superando ginnaste di altre squadre e intascando punti pesanti in classifica. L’allieva Ilaria Cammarata parte subito forte al corpo libero e con 22.700 e’ settima: risultato che da’ morale , perche’ la Pavese dimostra subito di partire con lo spirito giusto. Purtroppo Como non sta a guardare e piazza la sua ginnasta al sesto posto, gelando i supporters pavesi. Alla fune si continua con la capitana Paola Franzini, che – grintosa come sempre - e’ protagonista un 21.550 che la proietta in ottava piazza. Sarebbero punti importantissimi in condizioni normali, ma qui conta solo lo scontro diretto e la Comense risponde alla grande con Olga Sganzerla, addirittura quinta nel ranking. La Pavese subisce il contraccolpo psicologico e Margherita Zucca ne da’ evidenza con una prova al cerchio sporcata da troppi errori che non le consentono di andare oltre 20.550 e la decima piazza, con Como ottava. Rimane la speranza, in quanto alla palla scende in pedana Neta Rivkin, una specialista a livello mondiale a questo attrezzo. Purtroppo, l’israeliana delude con solo 24.500, solo quinta limitando di molto la rimonta, proprio nel momento in cui la Comense e’ decima con un solo punto all’attivo. Franzini non ci sta a perdere ed alle clavette e’ gigantesca con 23.025, chiudendo sesta e recuperando altro terreno su Como, nona. Zucca al nastro, purtroppo, trova sulla sua strada ancora Sganzerla e non riesce a far suo il confronto diretto, completando la prestazione in nona posizione, con 21.550.
La Pavese chiude cosi’ nona, con 21 punti, battuta sul filo di lana ancora dalla Comense, ottava con 22. La classifica finale, che regala il terzo scudetto tricolore all’Armonia Chieti, vede purtroppo la societa’ di Via Porta nona con 88 punti, costretta a retrocedere con Petrarca Arezzo. Si ripartira’ dalla A2 la prossima stagione, con la consapevolezza di avere pero’ un team in grado di risalire immediatamente tra le grandi. Infatti, a parte la prestazione di Pesaro, la Pavese in questo campionato e’ stata assolutamente in grado di giocarsela alla pari con Torino, Nerviano e Como che hanno avuto solo dalla loro piu’ continuita’ nelle quattro giornate. E comunque sia andata, grazie “farfalle biancazzurre”, siete state grandi…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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