Marino
VALLE: Lupo di fiume
Incontrare un personaggio che
ha vissuto un'attivita' sportiva, sociale e culturale di consistente
spessore, in modo semplice, di normale routine, senza mai varcare la
soglia dell'eccezionale, non e' cosa di tutti I giorni.
Eccoci di fronte a Marino Valle, classe 1909, che qualcuno ha definito
il "Fogar del Ticino", ma con poca fantasia e scarse approvazioni, un
"pavese del Ticino" come il professor Giovanni Vaccari l'ha chiamato.
Ottantatreenne, ma ne dimostra trenta di meno, fisico possente ed
integro, inappuntabile nella giacca blu cardigan con bottoni della
Marina, questo autentico personaggio ha passato gran parte del suo
tempo libero, della sua vita sul Ticino. Ai tempi in cui era ancora il
Fiume Azzurro ma anche quando I motoscafi ed ancor più gli incoscienti
scarichi industriali e no iniziarono la loro deleteria opera
distruttrice.
Non c'e' pavese, magari un poco avanti negli anni, che non abbia
conosciuto Marino Valle. Bastava frequentare il Ticino e vederlo con
il MAS, il battello da lui ideato per affrontare le numerose imprese
che l'hanno portato a conoscere tutti I corsi d'acqua navigabili, ma
anche la Laguna di Venezia e l'alto Mare Adriatico, fino a Trieste e
Pola. Valle ha alternato l'uso del battello a remi (il "barcè", di
buona memoria) con la canoa. Due volte ha tradito, sa fa per dire,
pilotando una barca a motore da Pavia a Venezia; ma non ne parla
volentieri. La sua vita offre parecchi spunti, anche se lo sport, in
particolare il canottaggio, ne ha occupato gran parte. Ragioniere,
fisioterapista, insegnante di educazione fisica, anche scrittore,
giornalista, allenatore, direttore sportivo, segretario della
Ginnastica Pavese per moltissimi anni, poi dirigente. Occorrerebbe
troppo spazio per parlare di tutto.
"Quando ho abbandonato l'attività sportiva, -dice-, la passione per il
fiume e l'amore per la natura mi hanno spinto a frequentare I
principali corsi d'acqua. Forse sfiorano il centinaio le mie
"passeggiate". In gondola ho compiuto una Pavia-Locarno-Pavia, poi con
un battello almeno quindici raid in solitario (tre volte a Venezia,
una a Trieste, alcune a Locarno) ed altre trentacinque in canoa (Pavia-Venezia-Trieste-Pola,
il Brenta, Pavia-Torino, il periplo del Lago Maggiore, ma anche I
laghi di Garda e Como). Ho raccolto il tutto in alcuni diari,
pubblicati da quotidiani".
Ma lei ha qualcos'altro da dire ai nostri lettori?
"Ho ottenuto a Pisa il brevetto di paracadutista civile, quando avevo
54 anni, poi a Padenghe sul Garda anche l'abilitazione alla vela, ho
inventato la Vigevano-Pavia, ho lanciato la canoa nella nostra città
alla Canottieri Ticino, della quale sono socio attivo da sempre. Ma ho
anche colto soddisfazioni di carattere letterario. Il mio volume "Il
mio Ticino" ha ottenuto il terzo posto nel Premio Cesare Angelini. Ho
ricevuto la medaglia d'oro nel Premio Pavia, il Lanternino di Augusto
Vivanti si e' più volte ricordato di me."
Risulta difficile ricordare questo Marino Valle nel giusto modo, come
si vorrebbe. Il suo amore per il Ticino e' sempre grande. Marino Valle
e' l'autentico "Lupo di Fiume" che afferma:"Non ho mai fatto nulla di
eccezionale. In ripetute occasioni, ho salvato una dozzina di persone
che stavano per annegare nel Ticino. Ma allora però credo di non aver
avuto alcun merito, in quanto reputo di essere uno strumento della
volonta' divina."
E non si può aggiungere altro. |