ASTOLFO
ENRICO SCURI: L’INVINCIBILE
di
CLAUDIO ENRICO BALDINI
L’OCCASIONE PERSA
Il
1900 inizia sotto buoni auspici. Gli allenamenti in palestra danno responsi
notevoli. Ai primi di maggio in una gara interna, slancia tre volte 130 chili
con molto facilita’. Per il Campionato, che ritornera’ a Genova il giorno 26
agosto con l’organizzazione della Doria e la direzione del Club Monticelli, le
previsioni sono di fioccanti, nuovi primati. Non sara’ cosi. Un maldestro
ruzzolone dal biciclo, procura una dolorosa lussazione alla spalla al
“principe” il quale, malgrado cio’, non intende rinunciare al cimento ove
pure riprova il marchese Monticelli, speranzoso di far suo il titolo. A mettere
d’accordo i due ci pensa il gigante romano Stanislao Ruggeri, primo ed ultimo
italiano a battere Scuri in una gara di pesi. Ruggeri vinse con un totale di 600
chili, sette e mezzo in piu’ del pavese, oltre venticinque dell’ineccepibile
e correttissimo patrizio Milanese. Scuri si consola realizzando l’alzata
piu’ alta del torneo con 125 chilogrammi spinti nello lancio. Roma esulta, il
suo campione ha superato l’”invincibile”, “il segno del primato
restera’ per lungo tempo nella Capitale”, scrivono i giornali romani.
La
sconfitta, indubbiamente, fa notizia e cosi scrive Magno sulla Gazzetta:
“…abbiamo avuto occasione d’intervistare l’amico Enrico riguardo ai
recenti campionati. Per nulla impressionato dalla sconfitta toccatagli, da vero
sportman ammira l’avversario romano e riconosce in lui un forte e valentissimo
atleta. Intimamente e’ tuttavia convinto che, senza la disgrazia toccatagli
pochi giorni prima, sarebbe riuscito superiore. Interrogato sulle sue
intenzioni, ci dice che si concedera’ una settimana di riposo per poi
riprendere gli allenamenti in vista di Parigi (Giochi Olimpici) ove intendere
vincere. Promette, inoltre, di non far piu’ alter prodezze sollevando carri,
eccetere, eccetere…”.
Purtroppo,
dal programma olimpico verra’ tolta la gara di pesi (ad Atene nel 1896 era
stata disputata come non ufficiale). Si preclude cosi a Scuri la quasi certezza
di una medaglia olimpica, visto che nel frattempo Elissejew e Rodl sono passati
al professionismo. Peccato, sarebbe stata la prima, insieme con quelle dei
cavalieri Gian Giorgio Trissino (oro nel salto in alto equestre) e Federico
Caprilli (argente) per lo sport italiano. Tanto impegno non intende tuttavia
sprecarlo e cosi il 21 dicembre al teatro Guidi, Scuri “slancia” 140 e
“spinge” 120 nel lento.
Segue
un inverno di durissimi allenamenti. Suoi discepoli di sempre: Berbieri,
Cornalba, Basilari. Si aggunge un giovane gentiluomo, l’ingegner Miro Gamba,
docente al Politecnico di Torino e grande estimatore della scuola pavese.
Scrive
la Provincia: “…a lume di candela, in fondo alla palestra, lo Scuri ed i
suoi girano, strappano e slanciano senza posa sbarre e manubri assai grevi ma
che nelle loro mani sembrano volare…”.