La storia del settore lotta dal 1979 al 1999
(testo a cura di Giambattista OLIVERO e Claudio STEFANIZZI, tratto dalla pubblicazione del 120° di fondazione)

Fedegari, Rangon e Filipponi: Pavia sul tetto d’Italia
L’eterno Zambarbieri e la delusione Rizzi
Si afferma l’eclettico Costa, spunta Magistris

La Pavese, uno squadrone. Magistris quarto in Italia
La svolta di Magistris: sceglie i pesi

Costa e Zambarbieri alla corte del Re
La crisi e l’abbandono

 Fedegari, Rangon e Filipponi: Pavia sul tetto d’Italia

 La Pavese vanta una grande tradizione in questa specialità. Fino agli anni ’30 non esisteva una netta differenziazione tra le varie espressioni dell’atletica pesante. L’allora Fiap racchiudeva sollevamento pesi e lotta, che venivano considerati un tutt’uno. L’immagine era la stessa, quella dell’uomo forte, che si misurava in entrambe le discipline.

E proprio tra il 1930 e il ’40 Pavia era stata in grado di esprimere due campioni nazionali: Igino Fedegari, attuale vicepresidente della Pavese e fiduciario provinciale della Filpjk per il settore lotta, e Natale Rangon. Dopo la guerra è stata poi la volta del bronese Francesco Filipponi, capace di conquistare due titoli italiani di lotta libera all’inizio degli anni ’60, prima di passare alla Sisport Fiat di Torino.

Per quanto riguarda i primordi, si parla esclusivamente di lotta greco-romana. Poi, con l’introduzione della libera, le due specialità hanno sempre camminato in parallelo, con una certa interscambiabilità. Ma l’organizzazione dei campionati italiani quasi sempre nella stessa giornata ha impedito di fatto lo sdoppiamento di ruoli a parecchi lottatori.

Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, la Pavese ha poi potuto contare sulla presenza nelle sue file dell’olimpionico Vincenzo Grassi. Interrotta l’attività agonistica, Grassi ha intrapreso quella di istruttore, creando a Pavia un movimento che ha avuto la sua massima espressione in Adriano Preti, capace di vincere un titolo italiano universitario di greco-romana, per poi assumere a sua volta l’incarico di responsabile tecnico, mantenendo vivo il settore per qualche anno ancora prima dell’inevitabile tramonto. 

L’eterno Zambarbieri e la delusione Rizzi

 Alla fine degli anni ’70 la Pavese conta una decina di atleti agonisti. Si investe sui giovani e i risultati non mancano. Su tutti si staglia la figura di Carlo Rizzi, lottatore molto veloce in grado di conquistare con regolarità buoni piazzamenti nella categoria juniores fino a 62 kg. Nel febbraio dell’80 ottiene un decimo posto a Treviso ai campionati italiani allievi, quindi, il mese dopo a Milano, si aggiudica il titolo regionale juniores. Si punta molto su di lui, ma la costanza non sarà la migliore caratteristica di Rizzi, che lascerà ben presto l’attività nonostante i lusinghieri risultati ottenuti nei primi anni di carriera.

Ma in questo periodo la Pavese vive soprattutto sui guizzi di fine carriera del più longevo dei lottatori della nuova generazione: Maurizio Zambarbieri. Fisico possente, ottimo greco-romanista della fine degli anni ’70, Zambarbieri si piazza ottavo ai campionati italiani assoluti del 1980 a Torino e conquista il titolo regionale l’anno successivo a Castenedolo (Brescia) nella categoria fino a 62 kg. E’ lui il miglior interprete pavese di questo sport all’inizio degli anni ’80 e la sua presenza è importante anche per Rizzi, poiché gli permette di avere un partner valido con cui allenarsi, requisito indispensabile per raggiungere risultati apprezzabili.

Ma non c’è solo la greco-romana a regalare soddisfazioni. Pavia in questo periodo trova anche un ottimo interprete della lotta libera. Si tratta di Antonio Costa, che riesce a ben interpretare questa specialità (nella quale sono valide le prese in tutto il corpo, a differenza della greca che limita al busto il raggio d’azione) grazie alla velocità e all’ottima tecnica di base, oltre a una grande determinazione sulla materassina. Il 12 aprile 1981 Costa vince il suo primo titolo regionale di libera, mentre il 16 maggio, ad Ancona, Zambarbieri si classifica dodicesimo ai campionati italiani assoluti di greca.

Si afferma l’eclettico Costa, spunta Magistris

 Viene meno ben presto l’apporto tecnico di Adriano Preti, frequentatore sempre meno assiduo della palestra per motivi di lavoro. Così è proprio Zambarbieri ad assumere la guida tecnica oltre a proseguire, e bene, l’attività agonistica. Rivince, al pari di Costa, i campionati regionali assoluti a Milano nel marzo dell’82. La particolarità è che anche Costa in questa occasione si cimenta nella greco-romana. E i risultati, come si vede, non sono molto differenti. Grazie anche al secondo posto di Alessandro Lazzari e al quarto di Carlo Anelli, la Pavese si piazza inoltre al primo posto nella classifica per società. E’ il segnale di un movimento più che vivo, nessuna avvisaglia di ciò che accadrà da lì a qualche anno.
Nell’82 si affacciano alla ribalta anche i tre fratelli Fanara: Paolo, Guido e Dario. Quest’ultimo è tredicesimo a Vicenza ai campionati italiani studenteschi. E, tra gli juniores, comincia a mietere risultati importanti Cesare Magistris, destinato in pochi anni ad abbandonare la lotta per dedicarsi ai pesi, con risultati apprezzabili anche lì.

Il 25 aprile di quell’anno la Pavese organizza alla Palestra Civica una gara regionale intitolata a Giuseppe Fasani, lottatore degli anni ’40. Magistris ottiene il quinto posto nei 57 kg, mentre Rizzi piazza il colpo vincente battendo il quotato milanese Ettore Pesci e Costa non fa rimpiangere l’assenza di Zambarbieri aggiudicandosi i 52 kg assoluti. Anche i Fanara ottengono tutti buoni piazzamenti tra juniores e seniores.

Antonio Costa è ormai a tutti gli effetti l’atleta di punta e a Modena, il 15 maggio, si piazza settimo ai campionati italiani assoluti, uno dei migliori risultati della sua carriera. Il mese successivo è Paolo Fanara a conquistare un trofeo regionale di greco-romana (62 kg) a Brescia, nella gara che vede Magistris ottenere il terzo posto nei 57 kg.

Non cambia la musica nel 1983: sono ancora Costa e Zambarbieri a dare un’impronta alla stagione in casa pavese. Arriva per entrambi l’ormai consueto titolo regionale assoluto (il 20 febbraio a Brescia). Rizzi è secondo nei 62 kg, così come Magistris nei 68. Quarto Guido Fanara. Maurizio Zambarbieri ottiene inoltre a novembre un prestigioso quinto posto ad Aosta nella fase nazionale della coppa Italia, mentre Magistris (decimo) e Paolo Fanara partecipano ad Arezzo ai campionati studenteschi.

 La Pavese, uno squadrone. Magistris quarto in Italia

 Il settore è in salute e a dimostrarlo non ci sono solo i risultati ottenuti ma anche il considerevole numero di nuove leve che si avvicinano alla lotta in questi anni. Siamo nel 1984. Cesare Magistris sembra essere in grado di interpretare quel ruolo di grande promessa rimasto vacante dopo la delusione-Rizzi e centra un quarto posto a Treviso ai campionati italiani speranze nella categoria fino a 81 kg. Intanto si rivede anche una vecchia conoscenza della Pavese, l’esperto Roberto Valdata, protagonista negli anni conclusivi del decennio precedente che torna solo sporadicamente alle gare. Ma il 12 maggio a Rieti ottiene un ottimo settimo posto nei 90 kg ai campionati italiani assoluti nella gara che vede Zambarbieri piazzarsi decimo nei 62 kg e Anelli quattordicesimo nei 57 kg.

A giugno la Pavese presenta un vero e proprio squadrone ai campionati regionali assoluti e primeggia nella classifica per società grazie agli spunti vincenti di Costa (che non sbaglia un colpo) nei 52 kg e di Valdata nei pesi massimi, ma anche ai buoni piazzamenti di Anelli, Zambarbieri, Magistris, Ivano Ramaioli, Cosimo Barnabà e Massimiliano Sturini. Proliferano i successi pavesi un po’ in tutte le gare regionali. Costa e Valdata vincono a Castenedolo (secondo Magistris) in greco-romana, l’eclettico Costa si ripete a Milano al trofeo Mauri nella libera. E poi c’è il trofeo Piero Lana, a Pavia. Costa non è profeta in patria, ma a regalare un sorriso ai dirigenti della Pavese ci pensano Valdata e Magistris (al primo successo in carriera). Manca l’infortunato Zambarbieri, ma il folto campo di partecipanti (52) testimonia della riuscita della manifestazione.

La svolta di Magistris: sceglie i pesi

Magistris, dopo la prima vittoria, acquista in sicurezza ma, contemporaneamente, inizia a farsi strada in lui l’idea di cambiare disciplina. Non ritiene di possedere la cattiveria necessaria per lottare, meglio avere a che fare con un avversario inanimato come il bilanciere.

Comunque il 1985 inizia sotto buoni auspici. Il 27 gennaio Milano regala due titoli regionali alla Pavese, grazie proprio a Magistris (90 kg) e a Paolo Fanara (74 kg), mentre muovono i loro primi passi Adriano Escoli, Massimiliano Sturini e Gianluca De Felici. Poi Magistris vola a Palermo, dove centra un sesto posto ai campionati italiani juniores di greco-romana. Ed è solo la sfortuna a fermarlo alle soglie di un risultato ancora più prestigioso. Il pavese trova infatti sulla sua strada il parmigiano Marco Cimatti, campione del mondo cadetti uscente, e deve arrendersi.

E’ proprio un momento d’oro e agli assoluti regionali di Milano, il 28 aprile, arriva un’altra infornata di titoli e piazzamenti. Primi Costa e Zambarbieri (ma non fa più nemmeno notizia…), secondo Valdata e quinto De Felici (82 kg). Una squadra talmente forte da convincere i dirigenti della Pavese a tentare l’avventura dei campionati italiani a squadre a Faenza. Il team è così composto: Costa, Zambarbieri, Paolo Fanara, Barnabà, Magistris e Valdata. Purtroppo, però, non arriva la qualificazione alla fase finale.
Valdata ha ormai ripreso il gusto della vittoria e centra altre due affermazioni: il 1° dicembre a Pavia (con Zambarbieri e De Felici terzi e Costa quinto nella categoria superiore dei 57 kg per problemi di peso), quindi a Milano nel febbraio dell’anno successivo. 

Costa e Zambarbieri alla corte del Re

 Intanto Pioltello, nel gennaio dell’86, saluta la prima vittoria di Gianluca De Felici ai campionati regionali juniores. De Felici bissa a Milano dove, oltre a Valdata, vince anche Sturini nei 90 kg juniores.

Ma è sempre Costa a fare la voce grossa in via Porta. Il 4 maggio vince a Brescia i regionali assoluti di greco-romana, un mese dopo non fa sconti neppure a Milano nella libera, realizzando la grande accoppiata. In questa occasione si cimenta nella specialità a lui meno congeniale anche Zambarbieri, che ottiene un pregevole secondo posto.

E’ tempo di campionati italiani assoluti, a Faenza, il 18 maggio. Per Costa c’è un bel sesto posto, ma soprattutto la soddisfazione di aver gareggiato nella stessa gara e nella stessa categoria di peso con il ravennate Denni Urbinati, più volte nazionale, e con un certo Vincenzo Maenza, un nome conosciuto anche a chi di lotta non mastica molto. In attesa dell’oro olimpico che verrà (nell’88 a Seul), “Pollicino” fa suo lo scudetto davanti al pubblico di casa. Solo tredicesimo Zambarbieri, penalizzato dalla giuria che non gli riconosce una schienata valida estromettendolo al primo turno. In tema di grandi nomi, da segnalare in questa categoria la presenza di Antonio Caltabiano, un altro futuro azzurro olimpico.

Tornando a noi, il 18 ottobre Costa sbriga nuovamente la pratica regionali, mentre Zambarbieri e Valdata devono accontentarsi della piazza d’onore. Poi, il 14 dicembre, tutti alla palestra civica, dove però non arriva neanche un successo. Neppure quello di Costa che, costretto una volta di più a gareggiare nei 57 kg per non essere riuscito a rientrare nel peso, conferma la sua tradizione negativa sotto la torre di San Dalmazio. Bene, comunque, De Felici (secondo). 

La crisi e l’abbandono

Dopo il sesto di Faenza, per Costa arriva un quinto posto a Livorno, ai tricolori di libera. Quindi ecco (finalmente) un successo in casa, nei 57 kg della greco-romana il 24 maggio ’87 (secondo De Felici, terzo Sturini, ottavo Zambarbieri).

Cominciano ad avvertirsi i primi scricchiolii. Non c’è più ricambio e anche gli atleti di punta ne risentono, non potendosi più allenare a dovere. Zambarbieri è solo settimo a Pavia l’8 novembre ’87, mentre Roberto Vernero ottiene un quinto posto negli 82 kg. Scrive il presidente della Pavese, Giovanni Grassani, a commento della gara: “Da notare purtroppo la crisi che è subentrata nella nostra sezione per il ritiro degli anziani e per la mancanza (si spera solo temporanea) di adesioni di nuovi giovani”. Non sarà temporanea, purtroppo.

I titoli regionali juniores di Pietro Ramaioli e Massimiliano Sturini, il 21 febbraio ’88 a Milano, e il titolo assoluto dello stesso Sturini il 27 marzo di quell’anno sempre sotto la Madonnina (approfittando, occorre dire, di un campo di partecipanti non foltissimo nei 90 kg) suonano come il canto del cigno. Il terzo posto di Costa nei 57 kg e il quinto di Zambarbieri nei 68 segnano anche l’addio alla materassina degli ultimi grandi alfieri pavesi di questo sport secolare.