La storia del settore Ginnastica dal 1879 al 1978
(testo a cura di Alberto CAVALLOTTI,  tratto dalla pubblicazione del 100° di fondazione)

E' certamente il settore più rappresentativo della società che ne raccolse, tra le prime in Italia I'importanza e la predisposizione per esso tra i giovani.
La ginnastica all'origine prevedeva una specializzazione più ampia di quella tradizionale: infatti generalizzava nel nome anche alcune specialità che successivamente avrebbero dovuto rientrare come componenti dell'atletica leggera.

Le prime manifestazioni ufficiali in Pavia la cronaca le registra nel giugno del 1881, nell'aprile del 1882 e nel maggio dello stesso anno. La prima ebbe luogo in un padiglione opportunamente allestito in Piazza d'Armi con una "accademia", protagonista una troupe brasiliana-giapponese che fece registrare una interessante concorrenza di pubblico. L'originalità (allora) della manifestazione (anche per le doti soprattutto acrobatiche degli atleti) costituì uno spettacolo inedito.
Nel 1882 la ginnastica venne riproposta ai pavesi con una accademia “
mista” di scherma e ginnastica ed ebbe luogo al Teatro Guidi, con un programma stilato dal maestro Botti.
Un mese dopo circa, in occasione della Fiera di Pavia, confermando la sua costante di crescita e di conseguenza
il sempre maggior interesse dei cittadini, offrì una manifestazione alla quale i pavesi diedero una larga partecipazione, con gare di scherma, di canottaggio e di ginnastica. Protagonisti in questa ultima specialità i giovani rappresentanti degli istituti pavesi nei quali - dice la cronaca - "l'educazione fisica del corpo non è trascurata a solo profitto della mente .." Dice ancora la cronaca: "..del nostro vecchio maestro Comi, che diresse l'ordinamento degli esercizi e preparò gli allievi e che ha quindi grandissima parte sull'esito felice del trattenimento, non dato come spettacolo, ma allo scopo di invogliare la nostra gioventù alle salutari esercitazioni ginnastiche, che varranno a dare alla patria validi difensori il giorno del pericolo, ed in pace o in guerra menti sane in corpi sanii".

Sono cenni che dimostrano un ben preciso orientamento dei giovani e come la Società Ginnastica Pavese seppe tempestivamente recepire questa nuova apertura dei giovani, avviando una attività articolata sugli sport in quel momento d'attualità, nello spirito di un programma che certamente non ha disatteso anche negli anni successivi la necessità (perché così si può definire) di molti giovani di avere un punto di riferimento sicuro per poter praticare lo sport.
La ginnastica, unitamente alle altre attività organizzate nella sua prima fase di vita dalla società, divenne e continua ad esserlo uno dei settori più rappresentativi, rinnovandosi puntualmente secondo le esigenze specifiche della stessa disciplina, senza perdere di vista
il ruolo ben presto assunto a livello nazionale ed internazionale.
Il
continuo divenire della società, la cui attività oltre ad avviare una autentica tradizione ha scritto il nome della città tra quelle d'avanguardia e quindi più rappresentative in Italia, individua in campo agonistico ed organizzativo momenti di assoluto valore. Al punto che per lunghi periodi già allora si è parlato di una autentica scuola, caratterizzando contemporaneamente le strutture dirigenziali e tecniche della società stessa.

La partecipazione sempre più ricorrente alle manifestazioni nazionali e le "uscite" in campo internazionale, hanno indicato in modo sempre più qualificante il ruolo, certamente impegnativo, nell'ambito nazionale del settore che la Ginnastica Pavese individualmente e con squadre ha onorato anche oltre i confini.
Emblematica la performance della squadra femminile che nel 1928 rappresentò I'ltalia alle Olimpiadi di Amsterdam, conquistando la medaglia d'argento, riscontro di una classifica che non pochi insinuarono insufficiente per le pavesi- azzurre, nei confronti dei loro effettivi meriti, condizionati da una stupida e se c'è stata,disonesta discriminazione politica. Fu comunque un autentico trionfo della scuola (perché ormai tale si può definire) pavese, perchè interamente pavese fu la squadra, dall'istruttore pof. Gino Grevi, ai cui ordini realizzarono un autentico spettacolo sportivo Ambrosetti Bianca, Gianani Lavinia, Giorgi Virginia, Malabarba Germana, PIssavini Diana, Perversi Gina, Tannini Luisa, Tronconi Carolina, Jole Vercesi, Vittadini Rita.

Non fu comunque un episodio a se stante, ma la sintesi di un lavoro in profondità che la società da anni stava svolgendo, un lavoro attento ed accurato, opportunamente istruito da allenatori preparati ed appassionati come l'ingegner Giovanni Callegari, il rag. Pino Verri, Mario Giorgi, Umberto Sabbadini, lo stesso Gino Grevi che, giusto riconoscimento della sua particolare competenza tecnica, nel 1950 doveva essere nominato Commissario della Nazionale Femminile di ginnastica.

Se Amsterdam ha praticamente consacrato in modo definitivo il nome della società e certamente rappresenta in assoluto i valori individuali, collettivi e tecnici, l'importanza di questa grande affermazione si identifica nel fatto che ha preceduto numerosi altri successi conseguiti in Italia ed all'estero, individualmente e con squadre.
Dai titoli individuali conquistati da Carlo Pietra [campione italiano juniores nel 1928) e da Benedetto Aliprandi (campione italiano esordienti nel 1936, nello stesso anno selezionato per la squadra nazionale cadetti) ai prestigiosi successi colti dalle squadre rappresentative~nei grandi concorsi di Pavia. Genova. Castel
S.Giovanni, Venezia, Napoli, Ferrara, Pisa, Roma, all'estero a Digione, Parigi, Lione, Annecy, Nizza, Roanne, Cannes, Annemasse, Romans sur l’Isère, Macon, Liegi, Moulins.

Sono titoli e vittorie che riassumono nel modo più indicativo lo sforzo della società, una particolare costante di valori tecnici, cioè I'esistenza di una autentica scuola i cui presupposti risalgono alle prestazioni dei fratelli Rossi, Ernesto Cerri, i fratelli Gigli, Domenico Ganassini, Antonio Origoni, Marco ed Enea Giorgi, Pino Verri, Ettore Valli, Umberto Sabbadini.
Sono
i nomi di atleti che hanno realizzato la fase più difficile e delicata della vita della società, la fase in cui la stessa società e gli atleti cercarono una identità, affrontarono la verifica di una organizzazione e di un sistema, scoprendone interessanti riscontri positivi, come per l'appunto hanno dimostrato le successive affermazioni, la loro continuità, dentro e fuori I'ltalia.
Lo attestano con
i titoli e le affermazioni appena indicati, la selezione per le Olimpiadi di Angelo Zorzi e Franco Tognini (Olimpiadi di Los Angeles e campionati del mondo del 1934), di Bollani Emy (Olimpiadi di Londra e più volte azzurra), di Monlarini Anna (Olimpiadi di Helsinki e campionati del mondo del 1950), le maglie azzurre di Schiapparoli Vittorina, Pravedoni Maria Luisa e di Grugni Piero (per anni tra i migliori ginnasti d'Italia).

E' evidente che a consuntivo di tante affermazioni la Ginnastica Pavese avesse un adeguato credito come società, i cui successi nel campo eminentemente sportivo non potevano non essere ritenuti conseguenti da valori intrinsechi, cioè da una struttura organizzativa e tecnica adeguata.
Pavia fu così scelta più volte come sede di manifestazioni internazionali e nazionali, la cui organizzazione fu ovviamente affidata alla Società Ginnastica Pavese.
In campo organizzativo esordì a livello nazionale nel 1903 con la realizzazione del I° Concorso Internazionale di Pavia, sotto la Presidenza dell'industriale Mattia Dellera. Ma fu soprattutto dopo
il 1945 che la Ginnastica Pavese, sotto la presidenza di Giovanni Grassani, ebbe per intero il dovuto riconoscimento dei suoi meriti, dopo essersi riaffacciata in campo nazionale con l'organizzazione della Coppa Enrico Grassani (1946). cui parteciparono i migliori esponenti della ginnastica italiana.

Infatti seguirono nella nostra città la Pre Olimpionica di Ginnastica Femminile. (1951), la finale della Coppa Buriani (gara naziònale), I'incontro internazionale Italia-Giappone, il Trofeo ing. Luigi Robecchi Bricchetti (1958), i Campionati Italiani Individuali Juniores (1962), i Campionati Nazionali Individuali Assoluti (1969), gli incontri internazionali Italia-Ungheria (femminile,1972) ed Italia-Germania Est.

Sono queste le tappe più significative di una lunghissima (spaziamo sull'arco di cento anni) attività, il cui effettivo valore, a parere nostro, prescinde da titoli e dalle affermazioni agonistiche ed organizzative raggiunti, per individuare nell'etica e nella continuità del lavoro svolto (al servizio di più generazioni) I'effettiva importanza del ruolo assunto e tenuto dalla Società Ginnastica Pavese per un secolo nell'ambito della città a favore dei giovani, per offrire loro un'alternativa sana, pregiudizialmente al di fuori di qualsiasi scopo che non sia stato, come lo è tuttora, quello di fare dell'autentico sport. Lo si ravvisa anche nella particolare assiduità, nell'attenta cura con cui sono seguiti e preparati i più giovani che nell'ambiente hanno trovato sempre la "palestra" più adatta per coltivare e disciplinare le loro attitudini, senza pressioni di sorta, nella prospettiva di un domani che i precedenti appena indicati confermano possibili per l'impegno della società, se riterranno di interpretare definitivamente il ruolo di atleta nella specialità scelta. Apertura d'obbligo, d'accordo, ma susseguente ad una fase della vita dei giovani ai quali la società continuando secondo quei principi che ha ereditato e che un secolo fa furono alla base della sua costituzione, offre senza nulla chiedere, secondo l'etica più rigida di una missione che oggi continua, fortunatamente senza essere condizionata da forze esterne. E quanto sia stata valida I'attività nel settore dei giovani lo indicano, per citare due dei momenti sportivi più interessanti, le affermazioni delle squadre giovanili che allenate da Carlo Lanza e da Benedetto Aliprandi, nel periodo 1947/50 ed attorno al 1960 si imposero più volte a livello nazionale. Non è pertanto fuor di luogo, in conclusione, riassumere tutti questi dati per individuare, nella continuità, una vera tradizione che si colloca tra i fattori sociali più importanti della vita della nostra città nell'arco di un secolo. Come sotto il profilo eminentemente sportivo riteniamo sia giusto stimare questi risultati come gli elementi tra i più esponenti di tutto lo sport pavese. Che se oggi, ed avviene da anni, trova una particolare collocazione a livello nazionale, lo deve in buonissima parte al settore della ginnastica, come dimostra in modo emblematico nella gerarchia sportiva la carica di Vice Presidente della Federazione Italiana della Ginnastica affidata a Giovanni Grassani.
Abbiamo parIato .di tradizione ma soprattutto di scuola, lo abbiamo fatto come logica conclusione del bilancio dell'attività svolta e dei risultati raggiunti. Cioè una valutazione statistica del passato, ma riteniamo che più di questi dati, nella prospettiva più attendibile di continuare così come è stato sin qui fatto I'attività, I'effettiva importanza di cosa, come e quanto ha fatto la Ginnastica Pavese sia dimostrata dal numero dei giovani che attualmente frequentano la palestra. Infatti, suddivisi nelle varie specialità, sono ben 406 i giovani che frequentano la palestra per la pratica della ginnastica.
Una realtà attuale che meglio di qualsiasi commento ed al di sopra di qualsiasi valutazione,indica, qualifica e quantifica
I' impegno della società e la premia nel modo che riteniamo sia da convenire il migliore. Perchè il suo sforzo, che è ormai una autentica missione, iniziato nel 1879 e più che mai in atto, continua a trovare ampio consenso nei giovani. Anche in un momento difficile, di contrasti, di conflittualità sociale nel dibattito di grossi e delicati problemi, i giovani trovano ancora la via della palestra. sensibili e fiduciosi al richiamo di un ambiente che non ha mai tradito proprio le aspettative dei giovani, almeno quelle che ad essa competono come ente sportivo.