La storia del settore pesi dal 1979 al 1999
(testo a cura di Giambattista OLIVERO e Claudio STEFANIZZI, tratto dalla pubblicazione del 120° di fondazione)

Meraviglia, l’inizio di un mito
Dietro Meraviglia, una squadra vincente
Andrea e Alberto Onetti, fratelli in pedana
Meraviglia, a Bari la gara della vita
Un secco “no” al doping
L’addio di Meraviglia e il grande risveglio
Pessini, classe e freddezza
Arriva il piccolo Morandotti, Pavia domina coi “gemelli”
Pessini-Morandotti, sfida in casa a colpi di tricolori
La “prima” sotto la cupola e il miracolo di Onetti
Gli anni bui dell’esilio
Pessini e Morandotti, beffe azzurre
L’Arge Alp sbarca a Pavia: un trionfo
Manuela Minoli, fiocco rosa alla Pavese
A Ostia si scrive la storia: Pavese seconda in Italia
Nazionale delle beffe, tocca a Carnevale
La consacrazione di Germani e la nascita di Zaino
Zaino trionfa all’Arge Alp, quinto scudetto lombardo
Caporusso, un pugliese in via Porta

La storia recente della pesistica pavese ha inizio nel 1973 con l’arrivo a Pavia di un maestro dello sport, il piacentino Luigi Zurla, inviato dalla federazione per dare un’impostazione nuova al lavoro, secondo i dettami stabiliti dal Coni. Questa disciplina per la Ginnastica Pavese non è certo una novità assoluta. Già negli anni ’50 e ’60 la pesistica ha regalato grandi soddisfazioni alla società di via Porta. Ma poi, con l’andare del tempo, il settore ha attraversato una lunga fase di recessione e, a partire dalla seconda metà degli anni ’60, non sono più giunti risultati di rilievo. Viene avviato un progetto che prevede una cinquantina di esperti nelle varie federazioni per andare sul territorio e stimolare le società. L’idea è quella di costruire l’atleta, attraverso i centri di avviamento allo sport, fornendogli le basi generiche, per poi indirizzarlo solo in un secondo momento verso una determinata specialità.

Nel 1978 viene così fondato a Pavia il centro Cas, unico in Lombardia, attivo ancor oggi, e si avvia un lavoro sui giovani destinato a portare frutti pressoché immediati. Zurla ha inoltre il merito di aprire qui una delle prime palestre per il lavoro coi pesi, non solo a fini agonistici ma anche per il cosiddetto body-building. E tra il 1975 e il 1980 in via Porta transitano tantissimi personaggi che in seguito apriranno altri centri a Pavia e in provincia, per quella che sfocerà nella attività commerciale di oggi.

 Meraviglia, l’inizio di un mito

 Alla fine del ’78 (il 3 dicembre) Pavia organizza, su ordine della Filpj, la prima fase nazionale dei giochi della gioventù di pesistica. E’ il segno della rinascita, il riconoscimento del grande lavoro svolto negli anni immediatamente precedenti. E anche a livello tecnico, la pavese si fa rispettare, grazie a Massimo Girasoli, primo nella categoria 11-12 anni. E’ l’alba di una nuova era. Pochi mesi dopo, nell’aprile del ’79, Eliseo Meraviglia conquista proprio a Pavia (sempre alla palestra civica) il primo campionato regionale di classe della sua carriera. Ne seguiranno altri nove a segnare, insieme ai risultati in campo nazionale e internazionale, la straordinaria carriera del più grande pesista pavese della seconda metà del secolo. Ed è anche il primo riconoscimento sul campo dell’ottimo lavoro svolto da Zurla, di cui Meraviglia sarà il portabandiera negli anni a venire.

Nel frattempo l’attività tradizionale prosegue però anche con un’altra squadra agonistica organizzata e diretta da Enzo Gerlanda, già buon atleta (bronzo nel ’78 a Catania ai campionati italiani seniores) che ha appena abbandonato l’attività agonistica. E anche qui si assiste ai primi sussulti dopo anni di torpore. Alessio Crivellari vince i campionati regionali juniores nella categoria 110 kg (supermassimi) nello stesso giorno in cui Meraviglia trionfa tra gli allievi. Siamo alla fine del ’79 e la Pavese rivede la luce anche nella classifica del grand prix lombardo, piazzandosi al sesto posto nella più importante manifestazione regionale a squadre. Poco dopo arrivano anche le prime medaglie a livello nazionale. Francesco Giorlanda (fratello di Enzo Gerlanda col cognome diverso solo per un errore dell’anagrafe) conquista a Verona tre medaglie d’argento nella categoria allievi fino a 52 kg (strappo, slancio e totale) mentre Meraviglia intasca la sua prima medaglia (argento anche per lui)  ai campionati esordienti a San Marino. Solo il meranese Ragazzi gli è superiore nello strappo. E’ l’inizio di una stupenda avventura, che porterà Meraviglia sul podio tricolore 33 volte in carriera, con 3 ori, 17 argenti e 13 bronzi ai quali vanno aggiunte tre presenze in nazionale. Peccato solo che sia destinato quasi sempre ad incappare in avversari in grado di superarlo per una manciata di chili. Ancora argento ai campionati italiani allievi a Bari, sempre nel ’79, Eliseo Meraviglia si presenta da favorito l’anno dopo, dal momento che a giugno, ai campionati regionali di Gallarate, ha stabilito i tre primati italiani allievi, categoria 67,5 kg: 100 kg di strappo, 120 di slancio e 220 di totale. Insomma, è il più forte e a Caltanissetta si attende la grande consacrazione. Ma proprio qui, per lui, comincia ad alimentarsi la “maledizione” del secondo posto. Ragazzi, approfittando di una giornata non felicissima del pavese, lo infila sia nello strappo che nello slancio e per Meraviglia c’è ancora soltanto la piazza d’onore.

L’amarezza è tanta, ma a lenirla contribuisce la convocazione in nazionale, per la sfida Turchia-Italia ad Istanbul, dove il pavese migliora ulteriormente il proprio primato italiano di strappo, portandolo a 102,5 kg, e ottiene un 217,5 kg di totale che gli sarebbe tranquillamente bastato per il titolo nazionale. 

Dietro Meraviglia, una squadra vincente

 Una sconfitta, quella di Caltanissetta, che lascia il segno, frenando un po’ la corsa di Meraviglia, all’epoca studente del liceo scientifico. Il 1981 per lui è un anno di empasse, in cui la sua crescita non prosegue più con la stessa sicurezza degli inizi. In Lombardia resta comunque il migliore e con Carlo Maggi e il terzo fratello Giorlanda (Antonio) conquista a Legnano il titolo regionale allievi. Antonio Giorlanda sarà poi quarto ai tricolori allievi a San Marino. Ma il 1982 parte con una grande affermazione complessiva della Ginnastica Pavese. Il 6 marzo, ai campionati regionali di Legnano, piovono titoli di classe per i ragazzi di Zurla: ben quattro, con Eliseo Meraviglia (juniores), Antonio Giorlanda (juniores), Andrea Onetti (cadetti) e Nicolò Mulé (esordienti).

In pratica, Pavia domina in Lombardia a livello giovanile. E inoltre si rimette in moto la “fuoriserie” Meraviglia che appende in bacheca altre due medaglie d’argento e una di bronzo. E’ secondo nello slancio ai campionati italiani juniores a Napoli, nonché terzo nel totale, e si piazza secondo anche tra gli under 23 a Borgomanero. A far da contorno, il quinto posto di Onetti ai campionati italiani cadetti a San Marino in ottobre, mentre va lentamente spegnendosi l’attività del gruppo di Enzo Gerlanda, ragion per cui si riduce, in questi anni, il numero di atleti agonisti. Per alcuni anni saranno solo in tre e bisognerà aspettare fino al 1985 perché si ricominci a lavorare di nuovo in modo consistente sui ragazzi.

Tra i motivi, il progressivo allontanamento, per diverse ragioni, di Zurla dalla Pavese. Ormai riesce a seguire la squadra agonistica non più di due volte la settimana e questo porta immediate conseguenze soprattutto nell’attività di base, quella di reclutamento per la ricerca di nuovi campioni, che non è più continuativa. Ormai la gran parte degli sforzi Zurla la profonde nella preparazione di Meraviglia e ciò finisce per penalizzare il resto del movimento.

 Andrea e Alberto Onetti, fratelli in pedana

 Nel triennio ‘82-’84 i risultati migliori li ottiene, oltre a Meraviglia, Andrea Onetti, destinato in futuro ad assumere un ruolo fondamentale nei quadri tecnici della Pavese, arrivando ad acquisire la carica (che detiene tuttora) di commissario tecnico della rappresentativa regionale. Nel 1983 entrambi conquistano, in categorie diverse, il titolo regionale juniores a Olgiate Comasco. A fine anno, in occasione del centenario della Pro Patria Milano, una rappresentativa italiana composta quasi esclusivamente da atleti lombardi affronta la nazionale francese. Meraviglia torna sui suoi livelli vincendo con 240 kg totali.

Intanto, a novembre di quello stesso ’83, quattro ragazzini pavesi usciti dal centro Cas affrontano a Roma la fase nazionale dei giochi della gioventù. Non hanno fortuna, ma tra loro fa capolino il fratello di Andrea Onetti, Alberto. E’ la prima apparizione di quello che diventerà l’atleta più longevo della Pavese (è ancora in attività!).

Meraviglia ha ormai ritrovato gli spunti del campione. E’ l’anno delle Olimpiadi di Los Angeles, quelle del trionfo azzurro di Norberto Oberburger. In quella stessa gara si piazza decimo il savonese Pietro Puja, destinato ad avere un posto in prima fila negli incubi del campione pavese. Meraviglia, escluso dalla manifestazione, si consola vincendo il campionato regionale seniores ad Abbiategrasso e partecipando alla prima edizione dell’Arge Alp Cup con la Lombardia. Anche qui è un successo a mani basse nella categoria fino a 67,5 kg, con un totale di 250 kg. Puja, che gli aveva negato ancora una volta l’oro ai campionati italiani juniores dell’83 a Foggia (primo posto solo sfiorato nello strappo), non partecipa alla gara di preparazione olimpica a Caltanissetta, nell’aprile dell’anno successivo. Ma per Meraviglia la maledizione si perpetua, cambiando solo nome e cognome: stavolta è Angelo Mannironi delle Fiamme Oro a sconfiggerlo, ripetendosi a maggio a Salerno nella coppa Italia seniores, dove il pavese si deve accontentare del secondo posto nello slancio e del terzo (dietro anche al catanese Licari) nello strappo.

 Meraviglia, a Bari la gara della vita

 Ma Eliseo Meraviglia ha in serbo la gara della vita. La realizza a Bari, il 3 novembre di quello stesso anno, in occasione dei campionati italiani assoluti. C’è Puja, di ritorno dalle Olimpiadi, c’è Licari, c’è il temibile De Angelis di Teramo. Meraviglia è al primo anno seniores ma ha già dimostrato di essere in grande condizione vincendo lo scontro diretto con l’israeliano Pudel nel confronto Italia-Israele del 1° luglio a Benevento. A Bari Puja è ancora una volta irraggiungibile con 277,5 kg, ma il pesista della Pavese conquista l’argento realizzando 120 kg di strappo e 150 di slancio per un totale di 270 kg, suo primato personale e miglior prestazione assoluta (tuttora ineguagliata) di un pesista della Pavese nel rapporto tra chili sollevati e peso corporeo. Manca solo un successo pieno per coronare una splendida carriera. E Meraviglia si presenta finalmente alla cassa, saldando in parte il suo credito con la sorte, il 13 aprile 1985 a San Marino, curiosamente proprio dove era maturato il primo della sua lunga serie di piazzamenti. Non ci sono gli avversari di grido, che preferiscono tutti misurarsi in categorie diverse, e il pavese può passeggiare in tutta tranquillità, centrando l’oro con 257,5 kg.

E’ il suo momento. Arriva la chiamata per il raduno collegiale della nazionale, ma il destino è in agguato. Meraviglia si ammala di morbillo appena prima dei campionati assoluti, quando è atteso al definitivo salto di qualità. Debilitato, non può approfittare di una gara alla sua portata. Il vincitore Sergio Mannironi (fratello di Angelo), infatti, si impone con 270 kg totali, ossia esattamente la prestazione ottenuta da Meraviglia l’anno prima a Bari. Invece il pavese finisce quarto, preceduto anche da Petrucci e Albano. Viene comunque premiato con la convocazione per l’incontro di ritorno con Israele, ma a Tel Aviv subisce la rivincita di Pudel (235 kg contro 232,5) ed esce dal giro azzurro.

 Un secco “no” al doping

 Per Eliseo Meraviglia è anche il momento di riflessioni più a largo raggio. In piena turbolenza doping, lui non cede alla tentazione e preferisce sacrificare i risultati al mantenimento del proprio stile di vita. Studia scienze politiche e rinuncia ad entrare in un corpo militare, passaggio pressoché obbligato per proseguire la carriera agonistica a livello internazionale. Comunque ciò non gli impedisce di bissare a Rorschach, in Svizzera, il successo individuale dell’anno prima in Arge Alp Cup.

Ma non c’è solo Meraviglia. Andrea Onetti, per esempio, nell’aprile dell’85 vince i campionati regionali juniores a Gallarate e conquista un posto nella rappresentativa lombarda che il 29 maggio si impone in Francia contro il Romans sur l’Isere (la regione di Lione). E nello stesso periodo si avvicina alla pesistica anche uno degli ultimi esponenti della lotta greco-romana della Pavese, Cesare Magistris, atleta eclettico dal punto di vista fisico che rinnova la tradizione degli anni ’30, quando spesso lottatori e pesisti si fondevano in un’unica figura. Magistris raccoglie risultati lusinghieri, come il successo ai campionati regionali juniores proprio a Pavia nel marzo dell’86. E la settimana successiva, ad Abbiategrasso, è la volta di Alberto Onetti di cogliere l’alloro regionale, nei cadetti, categoria fino a 52 kg.

Meraviglia è tutt’altro che finito, anzi, è sempre sul podio nelle manifestazioni che contano. Nel giugno dell’86 è terzo a Viterbo agli assoluti. Stavolta sono i baresi La Carpia e Albano, saliti dalla categoria inferiore, a batterlo. Il primo gli dà un dispiacere anche ad ottobre, nella coppa Italia seniores a L’Aquila, dove Meraviglia ottiene il secondo posto. E’ la sua ultima medaglia. Vince ancora i campionati regionali assoluti a Lipomo (Como) il 5 aprile. E, strano a dirsi, sono i primi della sua carriera. Un vuoto colmato stranamente tardi: in precedenza, per un motivo e per l’altro, non era mai riuscito o a partecipare o a vincere, pur essendo nettamente il più forte.

Ormai è al limite dei 67,5 kg e fa qualche apparizione nei 75 kg. Come in Arge Alp Cup, a Busto Arsizio, dove incassa la sua prima sconfitta nella manifestazione, giungendo terzo. L’ultimo titolo, datato gennaio 1987, sono i campionati regionali seniores a Milano, dove si ripete anche Magistris, al primo anno da senior. A febbraio Alberto Onetti vince a Legnano i campionati regionali speranze (under 18), mentre l’11 aprile Magistris si impone ai campionati regionali assoluti nei 90 kg, gara alla quale non partecipa Meraviglia  e Andrea Onetti secondo negli 82 kg, disputa la sua ultima gara ad alto livello. A penalizzarlo, un po’ i problemi fisici, un po’ il fatto che nel frattempo ha iniziato a seguire la preparazione del centro Cas, dopo aver conseguito, nell’86, la qualifica di allenatore federale.

I suoi ragazzi partecipano il 9 maggio ’87 alla fase regionale dei giochi della gioventù, vincendo i 36 kg con Andrea Marazza e occupando i primi due posti nei 44 kg con Gianluca Budroni e Luca Barbieri. La settimana successiva a Verona, nella fase interregionale, Marazza si ripete, vince anche Barbieri, solo Budroni fallisce.

 L’addio di Meraviglia e il grande risveglio

 Sono i primi segni di un movimento che si risveglia e trova finalmente linfa nuova. Un nucleo di 7-8 ragazzi in grado di sostituire Meraviglia, Onetti e Magistris. Quest’ultimo conquista la quinta posizione nell’Arge Alp Cup dell’87 a Forst, in Germania. E Meraviglia? C’è ancora, eccome. Non partecipa agli assoluti dell’87 e all’Arge Alp si piazza solo quinto per via di un infortunio al polso. E’ quindi quarto ad Aprilia ai campionati italiani seniores e quarto ai suoi ultimi assoluti a Livorno, battuto, nella categoria fino a 75 kg, da tre suoi avversari storici: Puja, Angelo e Sergio Mannironi. Ma è ancora integro e il 9 aprile ’88 vince a Gallarate il suo secondo (e ultimo) titolo regionale assoluto, centrando con 272,5 kg la sua migliore prestazione in carriera in termini di chili. 122,5 kg di strappo e 155 di slancio i suoi record. Non prende parte ad ottobre ai campionati italiani seniores a Verona. Si laurea e immediatamente dopo decide di abbandonare l’attività agonistica. Lo fa a Bregenz, al Torneo delle Nazioni, ottenendo un terzo posto nella sua ultima esibizione in pedana. Chiude con 109 gare disputate sempre difendendo i colori della Pavese e con un record (quello di Bari) inavvicinato e, chissà per quanto ancora, inavvicinabile. Uno straordinario atleta naturale (saltava 1.70 m da fermo a piedi uniti!), sicuramente degno di un posto di rilievo nella “hall of fame” della Ginnastica Pavese, insieme a nomi come Quadrelli, Scuri e Bescapé.

Pessini, classe e freddezza

 Intanto crescono i cuccioli dalla nuova nidiata. Dopo i buoni risultati dell’87 si consolida il gruppo di giovani di Onetti. Oltre a Budroni e Barbieri, si affacciano alla ribalta anche Matteo Germani e Antonio Pessini, due ragazzi dei quali sentiremo parlare a lungo. A Lomazzo (Como) i quattro regalano alla Pavese il successo di squadra nella fase regionale dei giochi della gioventù dell’88, conquistando tutti l’ammissione alla fase interregionale. Ad Aosta, il 25 aprile, viene bissata la vittoria di squadra davanti alla Sisport Fiat di Torino e Pessini vince i 44 kg acquisendo l’ammissione alla finale nazionale a sei, valida anche come campionato italiano esordienti.

Inserito nel novero dei finalisti inviati a Roma dal Coni di Pavia, Antonio conquista a sorpresa il 3 luglio uno dei due ori pavesi di quell’anno (con Zatti della canoa). Una gara killer, nella quale occorre sollevare nello strappo tre volte con peso crescente senza possibilità di errore, perché la classifica è calcolata sul totale delle tre prove. Qui Pessini, appena quattordicenne, dimostra classe e sangue freddo: è l’unico del lotto dei migliori a non sbagliare e piazza con 42,5 kg la sua migliore alzata, equivalente in pratica al suo peso, ottenendo il primo (doppio) successo della carriera.

In questi anni comincia ad assumere la leadership Alberto Onetti, ottenendo diversi piazzamenti di rilievo. E’ settimo ai campionati italiani under 18 del 1987 e ottavo ai campionati italiani juniores a Benevento l’anno dopo. Nell’89 tocca a Pavia ospitare, alla palestra civica, i campionati regionali cadetti, registrando i successi individuali di Antonio Pessini e Marco Malattia, in preparazione dei tricolori del 20 maggio a Parma. Anche qui Pessini sbaraglia il campo e, con 57,5 kg di strappo e 72,5 di slancio, totalizza 130 kg, che gli valgono il secondo titolo nazionale consecutivo. Da notare che il pavese relega al terzo posto un certo Giuseppe Ficco, barese, oggi punta di diamante della nazionale: a livello giovanile, con Pessini non ci sarà niente da fare per lui.

Arriva il piccolo Morandotti, Pavia domina coi “gemelli”

Ma c’è un gruppo di ragazzi ancora più giovani che si affaccia all’orizzonte. Nel marzo dell’89 sei pavesi vincono la fase regionale dei giochi della gioventù. Tra questi spicca un dodicenne piccolissimo (appena 30 kg). Si chiama Mauro Morandotti. Mauro si aggiudica la categoria fino a 36 kg e si ripete due mesi dopo a Chiavari conquistando anche la fase interregionale. Anche di lui sentiremo parlare parecchio. Pessini e Morandotti correranno in parallelo, ricoprendo di allori la Pavese nei primi anni ’90.

A soli 15 anni, Antonio Pessini centra ad Abbiategrasso il titolo lombardo assoluto (categoria fino a 52 kg) e si guadagna la convocazione per l’Arge Alp Cup dell’89 a Innsbruck, nella quale si piazza secondo. Mentre Morandotti, a novembre, vince i regionali esordienti a Monza, Pessini è il più giovane atleta in gara agli assoluti che si disputano l’8 e 9 dicembre di quell’anno al palazzetto del Cus in via Bassi, in occasione dei 110 anni della Ginnastica Pavese. Ricevuta la medaglia d’onore della Filpj, la società di via Porta aveva infatti accettato di organizzare la più importante manifestazione italiana di pesistica. Grazie a Pessini, anche Pavia ha dunque un suo atleta in pedana, nonostante il forfait di Meraviglia, che non accetta di tornare in pedana anche se sarebbe in grado di gareggiare ancora ad alto livello. E per il giovanissimo pavese c’è un sesto posto da ricordare, con un totale di 155 kg che rappresenta il minimo per essere classificati nella categoria fino a 52 kg.

Nel ’90 continuano i buoni risultati a livello assoluto di Alberto Onetti, al quale, da juniores, riesce l’accoppiata titolo regionale di classe e titolo lombardo assoluto (il primo per lui) nella categoria fino a 67,5 kg. Poi arriva la convocazione per l’Arge Alp, nella quale si classifica quarto. La stagione dei giovani (Pessini, Budroni e Germani) si concentra invece nella prova del 19 maggio a Caltagirone. Si tratta dei campionati italiani cadetti, per i quali Pessini si sottopone a un notevole calo di peso per rientrare nella categoria dei 52 kg, al fine di evitare il confronto, nei 56 kg, con l’altro pesista lombardo di punta di quegli anni, il bustese Matteo Masera. E’ l’inizio di una rivalità che caratterizzerà gli anni a venire. Inutile dire che Pessini stravince: ancora tre ori per lui, nello strappo (70 kg), nello slancio (90 kg) e nel totale (160 kg), mentre Budroni è settimo nella categoria 60 kg e Germani dodicesimo nei 67,5 kg. I tre si ripresentano in pedana qualche mese dopo a Brescia, ai campionati regionali cadetti, aggiudicandosi i relativi titoli.

Pessini-Morandotti, sfida in casa a colpi di tricolori

Morandotti, intanto, si guadagna i galloni di vice-Pessini passeggiando a Induno Olona nella fase regionale dei giochi della gioventù e ad Aosta nella fase interregionale. Così accede alla finale nazionale, che si disputa a settembre nel nuovissimo PalaFilpjk di Ostia. E’ il favorito, ma incappa in tre nulli consecutivi che lo lasciano in lacrime e a bocca asciutta. Non si scoraggia, però, e due mesi più tardi, il 24 novembre, nello stesso palazzetto, ha la forza di rifarsi ai campionati italiani esordienti. Sebbene ancora tredicenne (e quindi al primo anno in questa categoria), Morandotti si prende la rivincita sollevando 37,5 kg di strappo e 42, 5 di slancio, per un totale di 80 kg che gli vale il successo nella categoria fino a 40 kg.

L’anno dopo ci riprova con i giochi della gioventù. Rivince le fasi regionale e interregionale, rispettivamente a Induno Olona e Chiavari e stavolta, a Milazzo il 4 ottobre, si aggiudica l’oro praticamente senza avversari. Una vittoria annunciata, la sua, perché, benché giovanissimo, Morandotti ha già l’esperienza del campione navigato, essendo anche stato convocato nella rappresentativa lombarda per l’Arge Alp Cup del 4 maggio ’91 a Rum, in Austria, dove ha ottenuto il bronzo nei 52 kg.

Nella stessa gara Pessini vince i 56 kg, superando il compagno di squadra Masera e contribuendo alla prima, storica vittoria della Lombardia in questo prestigioso torneo internazionale. Ma il 1991 per lui è anche l’anno del primo “flop” di rilievo: sbaglia completamente la gara ai campionati italiani speranze, nel vano tentativo di inseguire il più anziano palermitano Castiglia.

La “prima” sotto la cupola e il miracolo di Onetti

L’occasione per un pronto riscatto a Pessini la offre comunque proprio la sua società, organizzando il 29 giugno, per la prima volta sotto la suggestiva cornice della cupola Arnaboldi, i campionati lombardi assoluti. Grande successo di pubblico e grande spettacolo agonistico: Pessini infila ancora Masera nei 56 kg, ma la più grande soddisfazione la regala Alberto Onetti che, al primo anno da senior, sconfigge il favoritissimo gallaratese Gambaro, aggiudicandosi a sorpresa i 67,5 kg.

Morandotti intanto colleziona titoli regionali esordienti. Si presenta ancora da favorito a Ostia e strapazza tutti nella categoria fino a 44 kg (e con questo fanno tre titoli consecutivi). Con 50 kg di strappo, 60 di slancio e 110 di totale, arrivano altre tre medaglie d’oro che sembrano dargli una marcia in più rispetto a Pessini che, sempre a Ostia, quello stesso anno, incontra qualche imprevista difficoltà: è solo terzo nella coppa Italia speranze.

Ma all’inizio del ’92 chi comincia a dare segni di maturità agonistica sempre crescente è Matteo Germani. Il palcoscenico è ancora quello della coppa Italia speranze, questa volta a Verona, dove il pavese si mette al collo due medaglie di bronzo (strappo e totale) nei 75 kg. In quella stessa gara, nei 56 kg, Pessini è solo quarto, al termine di una gara combattutissima vinta dal suo acerrimo rivale Masera, ma è comunque in grado di aggiudicarsi l’oro nell’esercizio di slancio.  

Gli anni bui dell’esilio

Sono anni bui per la Pavese a livello logistico e organizzativo. Dopo il crollo della torre civica nel marzo ‘89, le precarie condizioni di stabilità della torre di San Dalmazio impongono lo sfratto dalla palestra di via Porta. Così per quasi due anni anche la sezione pesi, benché staccata e non adiacente alla torre, è costretta ad emigrare, trovando ospitalità in una stanzetta sotto l’altare di una chiesa, in via Ludovico il Moro. Sacrificio notevole, perché il locale è angusto e non riscaldato e non è neppure possibile gettare il bilanciere. Alla palestra civica si rientra nella stagione ‘91-’92, con due anni di anticipo rispetto alla riapertura ufficiale, ma due anni di esilio hanno comunque prodotto i loro effetti, non consentendo ai tecnici di proseguire nel massiccio lavoro con i più giovani.

Così i nomi restano gli stessi. Morandotti, Pessini, Germani e Budroni si laureano tutti e quattro campioni regionali il 21 marzo ’92 a Busto Arsizio. Il 30 maggio, a Suzzara (Mantova), ci sono i campionati regionali assoluti. Pessini si lascia sorprendere da Marcellino, laddove Morandotti conquista il primo titolo assoluto della sua carriera. E’ l’ora dell’Arge Alp Cup. Pavia viene rappresentata quell’anno da Pessini e Germani, rispettivamente secondo (nella categoria di peso superiore, i 60 kg) e sesto (nei 75 kg) a Rorschach. Ma Pessini ha ancora lo spirito giusto per compiere i sacrifici necessari per rientrare nel peso. Prepara i campionati italiani speranze di Ostia per gareggiare nei “suoi” 56 kg e i risultati si vedono. Solleva nello strappo (92,5 kg) più di quanto l’avversario più temibile riesca a fare nello slancio (gli 85 kg del sassarese Campus) e, con 110 kg in questo secondo esercizio la vittoria non può sfuggirgli. Inoltre, con 202, 5 kg di totale, migliora il primato lombardo assoluto dell’ex atleta azzurro Luciano Galli, che resisteva dagli anni ’70.

Pessini e Morandotti, beffe azzurre

E’ il momento di andare a raccogliere gloria in giro per il mondo. Ma dopo essere stato tenuto in ritiro collegiale con la nazionale per tutta l’estate, con l’obbligo di mantenere il peso, Pessini non viene inspiegabilmente convocato per l’incontro Italia-Francia. L’esclusione brucia e induce il pavese a piantare tutto per un anno. Mentre Germani è quarto a Ostia, Morandotti tiene viva la fiamma intascando tre medaglie d’argento a Teramo ai tricolori cadetti, categoria in cui lui è al primo anno, alle spalle del massese Petacchi, allora nazionale.

Cominciano intanto a farsi largo i nomi nuovi, giunti alla palestra di via Porta dopo la riapertura. Il 25 aprile ’93 è il giorno dei campionati regionali di classe a Calcinato (Brescia). Ed è un vero e proprio trionfo per la Pavese, che piazza ben sette uomini sul gradino più alto del podio. Il “settebello” è formato dai soliti noti, gli juniores Budroni e Germani e il cadetto Morandotti, e le nuove leve Marco De Angelis (cadetti), Alessandro Zaino, Giovanni Verri e Fabio Lisi (esordienti). Lisi partecipa anche a Busto Arsizio alla fase regionale dei giochi della gioventù. Vince e accede, con Zaino e Verri, alla fase nazionale di Verona, che presenta l’incognita della nuova formula, adottata ancor oggi. Si tratta del cosiddetto “triathlon scolastico”, sul quale si inizia a spingere trovando collaborazione con le principali scuole di Pavia. Il triathlon consiste in quattro strappi col bilancere giocattolo, tre salti in lungo a piedi pari e il lancio della palla medica di 3 kg.

Stavolta tocca a Morandotti affrontare il ritiro collegiale, con la nazionale under 16. Si prepara tutta l’estate per partecipare ai campionati europei e anche lui, alla fine, resta a casa perché la federazione decide di ridurre il numero degli atleti da dieci a cinque. Ma, a differenza del “gemello” Pessini, Mauro non si perde d’animo e si prende la sua rivincita a Trieste, il 6 novembre ’93, vincendo i campionati italiani cadetti con i nuovi primati italiani di strappo (82,5 kg), slancio (100 kg) e totale (182,5 kg) nella categoria 59 kg.

L’Arge Alp sbarca a Pavia: un trionfo

 Quell’anno tocca a Pavia organizzare l’Arge Alp Cup. E al Palacus di via Bassi, sotto la guida dell’esordiente direttore tecnico Andrea Onetti, la Lombardia bissa il successo del ’91 aggiudicandosi in casa il suo secondo trofeo in tre anni. Due i pavesi convocati. Resta fuori a sorpresa Morandotti, a vantaggio dei più esperti Alberto Onetti, terzo nei 64 kg, e Matteo Germani, anch’egli terzo nei 76 kg.

Il 1994 è l’anno di avvio del progetto di lavoro nelle scuole. I pesi fanno breccia soprattutto alla “Leonardo da Vinci”, grazie all’opera svolta dai docenti Aldo Lazzari ed Elena Rovati. Il concetto è utilizzare la pesistica come strumento preventivo per la “lotta” quotidiana con lo zaino. La Pavese organizza per la prima volta la fase regionale dei giochi della gioventù, al PalaRavizza. Diventerà, con gli anni, una tradizione, con un campo di partecipanti sempre crescente.

I campionati regionali di classe sono anche quest’anno un presidio pavese. De Angelis, Morandotti e Germani portano a casa il titolo a Busto Arsizio e si presentano a Cassago Brianza per i campionati lombardi assoluti, valevoli quale prova di qualificazione per l’Arge Alp. Morandotti incappa in un’inattesa battuta d’arresto, sconfitto da un ragazzo dal nome… non proprio sconosciuto: Antonio Pessini. Al rientro dal suo esilio volontario, Pessini si misura nella stessa categoria di peso del compagno di squadra, i 59 kg, e lo supera sollevando 197,5 kg. La stessa somma di alzate che gli varrà due settimane dopo il trionfo individuale anche nella rassegna mitteleuropea, a Salisburgo. Per inciso, il rientro ufficiale alle gare di Pessini è avvenuto solo un mese prima, ai campionati italiani juniores del 30 aprile. Ebbene, con una sola settimana di allenamento alle spalle dopo un anno e mezzo di inattività, è stato capace di ottenere l’argento nello slancio e il bronzo nello strappo e nel totale! Nella stessa gara (categoria fino a 83 kg), quarto Germani, con bronzo nello strappo. Per l’Arge Alp si qualifica pure Onetti, secondo a Cassago: terzo posto per lui nei 70 kg.  

Manuela Minoli, fiocco rosa alla Pavese

 La fine del ’94 segna per Pavia un evento importante: si torna ad organizzare una manifestazione alla palestra civica. I campionati regionali esordienti del 12 novembre fruttano alla Pavese ben cinque titoli, con Luigi Mazzei, Fabio Macrì, Valerio Rizzardi, Alessandro Zaino e, novità assoluta, Manuela Minoli, la prima ragazza a misurarsi con il bilanciere e vincere un titolo per i nostri colori. Manuela conquista poi a Ostia, la settimana seguente, l’oro nello strappo e il bronzo nel totale ai campionati nazionali. Identico percorso per Zaino nei 46 kg maschili, ma con molti rimpianti in più: dopo aver vinto lo strappo, si lascia infilare nello slancio e termina solo terzo.

La “semina” alla Leonardo da Vinci comincia a dare i suoi frutti. Il primo ad emergere dal vivaio è Alessio Carnevale. Dopo qualche apparizione nel ’94, è il 1995 l’anno del suo lancio in pianta stabile. E c’è un ideale passaggio di consegne con Morandotti, che inizia proprio in questo periodo il suo declino. Già nel ’94, ai campionati italiani speranze, è stato battuto nettamente da Coassin di Pordenone, conquistando solo tre argenti nei 59 kg. E anche ad ottobre in coppa Italia, a Ostia, si è dovuto accontentare di tre piazze d’onore alle spalle di Silvino di Teramo nei 64 kg (con Carnevale quattordicesimo nei 59 kg, dopo l’ottavo posto dell’esordio ai campionati italiani del giugno precedente sempre a Ostia).

Morandotti tenta il tutto per tutto ai campionati italiani speranze del ’95. Scende nei 59 kg e prova a superare il grande favorito Nunzio Zola di Scordia, proveniente dal centro permanente della federazione, che su di lui ha fatto grandi investimenti. Morandotti chiude lo strappo al comando (92,5 kg contro 90), ma nello slancio il calo di peso si fa sentire e con 5 kg di differenza (112,5 contro 107,5) il siciliano opera il sorpasso, relegandolo al quarto posto nell’esercizio e al secondo nel totale. Sfuma così per lui l’ultima occasione per aggiungere un titolo tricolore ai tre già conquistati in carriera. E anche la coppa Italia under 18, ad ottobre, non gli regala di più dell’ennesima medaglia d’argento.

A Ostia si scrive la storia: Pavese seconda in Italia

 Con l’arrivo a Pavia di Claudio Cavosi, nazionale di bob a due, la pesistica conosce le sue qualità di attività propedeutica ad altre discipline. Cavosi si presenta in via Porta all’inizio degli anni ’90 per trovare negli esercizi di allenamento della pesistica olimpica un modo per migliorare le proprie prestazioni nel bob. E l’esperimento viene coronato da successo, perché nel ’93 arriva per lui un titolo italiano assoluto, il primo per un atleta non appartenente a un gruppo militare. Conclusa l’esperienza agonistica, Cavosi entra nello staff della Pavese proprio con lo scopo di sviluppare l’offerta della pesistica come supporto alla preparazione per altre discipline. E non si tratta del semplice utilizzo dei pesi per rinforzare la massa muscolare, con movimenti ben distanti dal gesto tecnico reale, bensì di una vera e propria sintetizzazione di parti di movimenti simili per ottenere benefici da “rivendere” ad altri sport. Preparatore atletico della nazionale di bob nel biennio 1996-’97, Cavosi segue tuttora queste attività per la Pavese, anche se nel frattempo si è occupato di pallanuoto femminile e attualmente lavora per la Snam di nuoto.

A livello agonistico, l’attenzione si concentra ora sui cadetti, che il 6 maggio del ’95, a Gallarate, la fanno da padroni ai campionati regionali di classe. Morandotti si aggiudica l’ennesimo titolo, vanno a segno anche Fabio Lisi, Valerio Rizzardi, Alessio Carnevale e Alessandro Zaino. E’ il preludio alla splendida giornata del 10 giugno, quando ai campionati italiani cadetti di Ostia la Ginnastica Pavese conquista un risultato storico. Carnevale centra proprio qui la sua seconda vittoria in assoluto in carriera, primeggiando nella categoria fino a 59 kg. Prima dei campionati regionali del mese precedente non aveva difatti mai vinto. Ma accanto alla sua affermazione brillano anche il bronzo di Zaino nei 50 kg, quello di Lisi negli 83 kg e l’argento di Manuela Minoli nei 54 kg femminili. Quattro volte sul podio a livello nazionale nella stessa manifestazione. Una performance che regala alla Pavese il secondo posto assoluto dietro a Bari nella classifica per società: si tratta del miglior risultato di tutti i tempi in una gara a squadre per la società di via Porta. La leadership regionale è ormai sua dal ’93, adesso Pavia si affaccia prepotentemente anche nel ranking italiano, chiudendo l’annata al decimo posto. Anche questa classifica è la migliore di sempre.

Nazionale delle beffe, tocca a Carnevale

 Si torna anche a respirare aria di nazionale, grazie ad Alessio Carnevale, che trascorre l’intera estate in ritiro collegiale in preparazione dei campionati europei under 16. Ma la sorte non è benevola nemmeno con lui. Solo quattro dei dieci atleti vengono selezionati e Alessio non rientra nel novero. Così neppure stavolta Pavia riesce a trovare un erede di Eliseo Meraviglia. Dopo le sue tre presenze, nessun pavese ha più vestito la maglia azzurra.

Morandotti spara le ultime cartucce prima del ritiro dall’attività agonistica. A giugno vince ancora i campionati regionali assoluti sotto la cupola Arnaboldi (poi sarà argento a Ostia nella coppa Italia under 18). A proposito della cupola, da quell’anno la cornice diventerà tradizionale per i campionati lombardi, che verranno ospitati nello stesso luogo anche nelle tre edizioni successive. Il progetto è di irrobustire le capacità organizzative in vista del grande evento: l’Arge Alp Cup del ’99. Un tentativo ambizioso, quello di proporre una manifestazione di così grande prestigio, inserita nel calendario internazionale, in una sede alternativa. Ma l’ottima presenza di pubblico del ’95 spinge a provarci con sempre maggiore insistenza.

Anche perché i risultati arridono alla Pavese anche dal punto di vista agonistico. Dopo l’affermazione di Morandotti nel ’95, l’anno dopo è la volta di Matteo Germani di salire sul gradino più alto del podio. Una carriera in continuo crescendo, la sua, iniziata nel 1988 (era stato uno dei primi ad emergere dalla seconda “nidiata”, quella della seconda metà degli anni ’80) e caratterizzata da lenti ma continui progressi. Il ’96 è l’anno della sua definitiva consacrazione, con il titolo regionale seniores nella categoria fino a 83 kg, il suo primo in assoluto, l’8 giugno a Pavia. Come Germani anche Gianluca Budroni, avviato all’attività più o meno nello stesso periodo, è destinato a uscire alla distanza. Ma nel frattempo si è trasferito a Torino e alla fine del ’96 va a risiedere definitivamente in Sardegna, cessando dopo dieci anni l’attività con la Pavese. L’Arge Alp del ’96 è una delle sue ultime gare, insieme all’eterno Alberto Onetti.  

La consacrazione di Germani e la nascita di Zaino

 Anche quell’anno la Ginnastica Pavese conferma il titolo lombardo a squadre, sempre grazie al fondamentale contributo dei cadetti, in grado di vincere praticamente tutte le gare in regione, titoli di classe compresi. Proseguono intanto gli esperimenti nelle scuole ed è sempre la Leonardo da Vinci il serbatoio più consistente. Il nome da copertina è quello di Marco Bernabovi, che vince a marzo la fase regionale dei giochi della gioventù e quindi, il 18 maggio, conquista a Ostia tre medaglie di bronzo ai campionati italiani esordienti. Quello stesso giorno Zaino non riesce invece a centrare l’obiettivo del podio ai campionati cadetti: pur partendo favorito nei 54 kg, esce di scena mestamente. Raggranella l’ennesima medaglia, un bronzo, Manuela Minoli, che porta a nove il suo bottino in carriera.

Ma è Germani a reggere la baracca. A Ostia, ad ottobre, è argento nello strappo ai campionati italiani assoluti. Zaino mette la freccia l’anno dopo. Il 15 marzo ’97, a Trieste, si riprende con gli interessi quanto non era riuscito a far suo l’anno prima e, nello stesso palazzetto che aveva salutato l’ultimo titolo italiano di Morandotti, si cuce il tricolore speranze nei 54 kg. Una fantastica giornata per la Pavese, che oltre a Zaino riesce a piazzare sul podio, nella stessa categoria di peso, anche Valerio Rizzardi, terzo alle spalle del siciliano Barravecchia. E’ la prima e, fin qui, ultima volta che Pavia monopolizza un podio agli italiani con due atleti su tre.

Zaino e Rizzardi si confermano ai campionati regionali di classe, al pari di Carnevale, che non appare però più in grado di esprimere al 100% la sua potenza e soffre di un periodo di appannamento dopo il titolo italiano del ’95. Zaino e Rizzardi si fanno infilare sotto la cupola da Casalino della Linea e Salute Somma Lombarda, ma niente paura: ci sono Onetti e Germani a tenere ancora una volta alto l’onore dei padroni di casa. Onetti, scendendo nei 64 kg, vince a sorpresa il suo terzo titolo regionale, a distanza di sei anni dal precedente. Germani, con una prestazione eccellente (260 kg) si impone nella categoria fino a 91 kg.

Ma sempre nel ’97 c’è un altro risultato di prestigio per la Pavese, seppure indiretto. I ragazzi della Leonardo, preparati dai tecnici di via Porta, sotto la guida dei professori Lazzari e Rovati, trionfano a San Marino nella fase nazionale a squadre dei giochi della gioventù.  

Zaino trionfa all’Arge Alp, quinto scudetto lombardo

 A proposito di squadre, dopo quattro anni di leadership incontrastata, la Pavese non conquista il titolo regionale. Le cause sono molteplici, dagli addii di Pessini e Morandotti ai risultati a singhiozzo di Carnevale. Fatto sta che questa volta è la Pesistica Bustese a far festa, davanti alla Linea e Salute. Pavia è solo terza, nettamente staccata. Ma nel ’98 si torna alla carica, grazie all’impulso dei più anziani. Onetti e Germani non perdono un colpo tutto l’anno e trascinano il resto della squadra. Eclatante l’esito dei campionati regionali di classe del 9 maggio a Gallarate, quando con Germani, Onetti, Carnevale, Zaino, Rizzardi, Lisi e Francesco Geraci, la Pavese intasca la bellezza di sette titoli.

Onetti, Germani e Zaino si guadagnano così l’ammissione all’Arge Alp Cup del 23 maggio a Rorschach, in Svizzera. E qui Zaino, secondo l’anno prima in questa manifestazione, trova lo spunto vincente regolando tutti gli avversari della categoria fino a 56 kg. Ma anche Alberto Onetti si fa rispettare e con un secondo posto nei 69 kg centra il suo miglior risultato di sempre all’Arge Alp. Germani è quarto negli 85 kg.

Si torna sotto la cupola ed è ancora Onetti a consentire alla Pavese di rispettare la tradizione di almeno un successo nella gara di casa. E indovinate un po’ chi lo fa soffrire fino all’ultima alzata nei 69 kg? Un certo Antonio Pessini, tornato alle gare (come lo stesso Morandotti) appositamente per contribuire al risultato di squadra. Gli bastano due settimane di allenamento per sfiorare il titolo regionale, perdendo solo per differenza di peso con un totale di 212,5 kg. Come dar torto al coach Andrea Onetti quando lo definisce “l’uomo più forte del mondo”?

Zaino invece conferma la sua incapacità ad affermarsi in Lombardia, facendosi superare dal comasco Gippini, terminato alle sue spalle all’Arge Alp. Germani disputa la gara della vita ma non basta per aver la meglio sul bergamasco Prometti nei 94 kg. Matteo solleva 127,5 kg di strappo, l’alzata più alta mai realizzata da un pavese (Meraviglia non era andato oltre i 122,5 kg) ma è solo secondo. Sono comunque punti che fioccano per la Pavese, che a fine stagione torna ad aggiudicarsi lo “scudetto” lombardo grazie anche al contributo delle nuove leve, gli esordienti Luca Moscato, Alessandro Abbiati e Giammaria Campana, campioni regionali a Milano al pari di Manuela Minoli (una conferma) e Aurora Masuelli nel settore femminile.

La vittoria di Moscato (nipote di Eliseo Meraviglia) è il prologo ai campionati italiani esordienti di Ostia, ai quali Luca partecipa insieme a Campana centrando l’argento nei 70 kg. E’ il 1° novembre. Zaino, che in questa stagione ha domato tutte le pedane ad eccezione di quella di casa, si presenta ai campionati italiani juniores a Caltanissetta e conquista anche lui la medaglia d’argento dietro al nazionale Cornetta. E in questa stessa gara si rivede anche Carnevale, quinto negli 85 kg. I due vengono convocati nella rappresentativa lombarda juniores che difende i colori italiani al Torneo delle Nazioni di Bregenz, in Austria, con la partecipazione di Galles, Austria e Svizzera. E Zaino si piazza al nono posto assoluto nella classifica individuale.

Caporusso, un pugliese in via Porta

 Siamo ormai ai giorni nostri. Quest’anno la squadra di Andrea Onetti ha dovuto sopportare la partenza di Germani per il servizio militare, ma ha trovato nuova linfa in un atleta acquisito. Vincenzo Caporusso, pesista di Acquaviva, in provincia di Bari, si è trasferito dalle nostre parti per motivi di studio universitario. Era uno degli avversari battuti da Pessini a Parma nell’89, in grado comunque di ottenere in carriera diverse medaglie e piazzamenti a livello nazionale. Caporusso ha avuto oltretutto il merito di stimolare Zaino, avversario diretto nella stessa categoria, e ha conquistato a Ostia, all’inizio di marzo, la prima medaglia per i suoi nuovi colori, un bronzo in coppa Italia, precedendo proprio Zaino, quinto. Quindi l’ennesima infornata di titoli regionali di classe, l’8 maggio a Gallarate, con Caporusso, Zaino, Rizzardi, Moscato, Minoli, Campana, Abbiati e soprattutto gli ultimi prodotti del vivaio della Leonardo da Vinci: gli esordienti Samuel Vasquenz e Monica Guani. Un preludio, per loro, all’ottimo debutto tricolore, ai campionati italiani esordienti disputati ad Ercolano il 28 maggio. Un vero peccato per Monica Guani, capace di vincere la competizione ma privata del titolo ed estromessa dalla classifica per non aver ripetuto in gara i minimi di qualificazione. Un bronzo insperato, invece, per Vasquenz. E bronzo anche per Moscato a Cirié (Torino) agli italiani cadetti, in quello che si sta rivelando, fin qui, l’anno dei giovani per la Pavese. Tutti i riflettori, comunque, sono stati puntati sull’Arge Alp Cup, organizzata per la seconda volta a Pavia dopo l’esperienza del 1993. In questa occasione, per non incorrere nel “deserto” di 6 anni fa, si è preferito ospitare la manifestazione in una cornice coreograficamente più suggestiva e in grado di attirare un pubblico più numeroso: l’ormai collaudata cupola Arnaboldi. Tutto è stato impeccabile, il 12 giugno, e la gara ha regalato a Pavia la soddisfazione di un primo posto, con Caporusso nella categoria fino a 56 kg, oltre al terzo di Onetti e all’ottavo di Carnevale. Risultati che hanno contribuito al secondo posto finale della Lombardia, alle spalle del Baden Wuttenberg.